La Val d’Elsa

Il territorio della Valdelsa è il luogo ideale per riscoprire ricchezze naturali, paesaggistiche e gastronomiche della Toscana più autentica.
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Collocato al centro della Toscana, il territorio della Valdelsa, rappresenta per coloro che intendano trascorrere una vacanza in Toscana, non solo la meta ideale per visitare le famose città d’arte di fama mondiale come Firenze, Siena, Pisa, Lucca, San Gimignano e Volterra, ma anche un posto per riscoprire ricchezze naturali, paesaggistiche e gastronomiche di indiscusso valore.

Storia

L’importanza strategica della Val d’Elsa sta tutta nei suoi percorsi. E’ contemporaneamente la porta del mare, il sentiero del sacro, l’arteria che fa scorrere la toscanità da Firenze a Siena.
Deve il suo sviluppo alla Francigena e la sua propensione all’economia sostenibile che è un continuo e armonico produrre (vino, olio, ma anche cristallo e meccanica, carta ed elettronica, ceramica e mobili) proprio all’incontro che si realizza lungo gli itinerari. Come il fiume, l’Elsa bizzarra, ha plasmato l’orografia, così il fiume degli uomini in cammino nei millenni ha plasmato il paesaggio, i borghi e il carattere.

La storia si diverte spesso a giocare con le contraddizioni apparenti: e così se la Val d’Elsa è stata prima di tutto una via, negli ultimi cent’anni ha vissuto appartata perché penetrarla significa deviare dagli itinerari toscani più consueti. Questa sua riservatezza l’ha preservata e ancor più ingentilita in forza dell’ansia di continuare a ospitare che non è mercantilismo turistico, ma disponibilità all’incontro.

Concentra in sé tutte le caratteristiche distintive dell’identità toscana che sono l’arte, il buon mangiare e il meglio bere, il paesaggio, le dimore contadine e definisce con nettezza le proprie identità particulari, per dirla con Machiavelli che visse non distante da qua.

Difficilmente in un’altra parte d’Italia la storia è d’attualità come in Val d’Elsa. E non solo per le architetture che residuano intatte in almeno tre luoghi cospicui: San Gimignano, Monteriggioni e Colle in Val d’Elsa la storia è un libro vivo, sfogliarne le pagine è ragionare con la gente, è inebriarsi dei profumi, è satollarsi dei sapori, è incantarsi dei paesaggi. Vi sono due luoghi dove questo contatto spazio-temporale a ritroso è più percepibile, perché forse meno eclatanti sono le architetture: Casole e Radicondoli respirano ancora dei tempi naturali del contado. Hanno mura e “chiassi”, ville romane e dimore campestri, hanno soprattutto un interiore metronomo che è il ritmo della tradizione.

Resta Poggibonsi . Lì la storia gioca a “rimpiattino” perché questa è tra le città valdensi quella che probabilmente ha la vicenda più antica e complessa e tuttavia bisogna cercarla. Ma di contro a Poggibonsi risiede ed è visibilissima la storia recente di questo territorio. E’ qui che il “progresso” s’innesta sul consolidato determinarsi della Val d’Elsa.
Ci vorrebbero il vanghetto dell’archeologo, la lente dell’antropologo, il taccuino dello storico, la fotocamera dello storico dell’arte, e poi ancora le papille del gastronomo, le statistiche del sociologo, le introspezioni dello psicologo e le tabelle dell’economista per comprenderne con il rigore dello studio le molteplici anime. A noi pare però che uno strumento serva su tutti: l’umana disponibilità a farsi permeare.

Il territorio

Sapientemente modellato dalla mano dell’uomo, il paesaggio collinare è caratterizzato da ampie distese boschive alternate ad aree seminative o coltivate con vigneti ed oliveti.
L’uomo ha saputo rimodellare il territorio lasciando intatto un ambiente esaltato da antichi borghi e ricco di testimonianze preistoriche, medievali e rinascimentali che ancora oggi è possibile ammirare.

Il territorio della Valdelsa, rappresenta un importante crocevia per le comunicazioni dell’area intorno a Firenze, ed è il luogo ideale per coloro che, anche se attratti dai nomi universalmente noti di personaggi storici della Valdelsa, come Leonardo Da Vinci, Boccaccia e Pontormo, vogliano trascorrere le proprie vacanze in accoglienti e tranquilli agriturismo, appartamenti per vacanze o alberghi con lo sfondo di un paesaggio ben conservato, tra storia, arte, natura e tradizione che qui significa soprattutto produzione di vino Chianti, Olio di Oliva e artigianato della ceramica e del vetro.

Scoprire Colle Val d’Elsa grazie alla sua ricchezza ambientale

All’interno dell’abitato di Colle Val d’Elsa si trova un paesaggio storico e naturalistico di immenso valore reso grazie allo scorrere del fiume Elsa, il quale attraversa la Val d’Elsa creando scenari unici e caratteristici solo di questa terra. Il fiume forma angoli incantevoli così da crearsi interessanti sentieri escursionistici per osservare: le opere ingegneristiche per la raccolta delle acque, le gore, sistemi di canalizzazione artificiali per far arrivare l’acqua fino in città, e le grotte. Un punto molto suggestivo è la cascata del Diborrato, un salto di 15 metri e profondo oltre 10 metri, una sorta di piccolo lago dove un tempo i colligiani andavano a cercare refrigerio. Altri luoghi da non perdere assolutamente sono la Grotta dell’Orso, la Conchina, il Masso Bianco, la Nicchia e la Spianata dei Falchi, tutti punti con caratteristiche paesaggistiche particolari.

Per questa ricchezza naturale è stata instituita l’area protetta di interesse locale Parco Fluviale dell’Alta Val d’Elsa, che comprende il percorso del fiume nell’abitato di Colle Val d’Elsa, il quale va da Ponte Santa Giulia fino al Ponte di Spugna, comprendendo anche Le Caldane, sorgente termale già conosciuta dagli etruschi e dai romani.

Castelli e fortezze da fiaba in Val d’Elsa

La costruzione rappresentava la centralità del ruolo giocato da Colle di Val d’Elsa nella guerra che vide Firenze e i suoi territori, contro la città di Siena.Varcata la porta si entra in Via Gracco del Secco, strada che attraversa l’antico borgo, su cui si affacciano grandi palazzi residenziali e strutture d’accoglienza.

Sotto la facciata ad intonaco giallo, di gusto tardo settecentesco, voluta da Pietro Leopoldo di Toscana, si trovano posti l’uno davanti all’altro le strutture dell’ex-ospedale di San Lorenzo e l’ex-conservatorio di San Pietro, con l’annessa chiesa. Entrambe le costruzioni si devono alla potente famiglia Usimbardi, alla quale appartenne il primo vescovo di Colle di Val d’Elsa.
L’ex-ospedale di San Lorenzo, edificato nel 1635, mostra evidenti i segni dell’ampliamento leopoldino operato dall’ingegnere Bernardino Fantastici; mentre l’ex-conservatorio di San Pietro, terminato nel 1606 su disegno di Giorgio Vasari il Giovane, oggi è sede museale. Nel complesso espositivo dove attualmente sono ampi spazi per mostre temporanee, è collocata la collezione cittadina del Museo Civico e Diocesano d’Arte Sacra, che annovera un folto gruppo di opere d’arte che vanno dall’epoca medievale al XX secolo.

Attraversando il Borgo di Santa Caterina, si notano i resti di numerose abitazioni mercantili risalenti ai secoli XIII e XVI, nelle quali è ancora leggibile l’originaria morfologia a casatorre, e dallo slargo di piazza Baios si possono ammirare le strutture turrite delle costruzioni medievali di via dell’Amore e via del Refe nero. Dell’antica Porta Vecchia, oggi non rimane che il massiccio torrione rinascimentale che ha funzione di cisterna d’acqua, da cui si dipartiva la rete idraulica dei bottini di Colle di Val d’Elsa.

Proseguendo lungo la via, si giunge alla chiesa di Santa Caterina d’Alessandria del 400, affiancata dall’Oratorio dei Filippini e quello della Compagnia dalle Croce. Nella piazza antistante la casa identificata con la dimora dell’umanista e teologo luterano Aonio Paleario – arso sul rogo nel 1570 a Roma-, si può piacevolmente sostare all’ombra degli alberi per ammirare i suggestivi scorci paesistici delle colline toscane e la bella veduta panoramica della chiesa di San Francesco.
La chiesa di San Francesco che si erge solitaria sulla collina di fronte al Castello, è raggiungibile attraverso un trecentesco ponte ad arcate, costruito per collegare il monastero al Borgo di Santa Caterina. Dalla piazza Santa Caterina proseguendo lungo la via principale, si giunge al palazzo Renieri-Portigiani, oggi sede del Comune. La costruzione del palazzo si deve a Bernardino Renieri, committente che ricoprì il ruolo di ingegnere presso la corte francese di Carlo IX e che fu nominato “architetto di parte Guelfa” al servizio di Francesco I de’ Medici.